Tano è un ragazzo intelligente e acuto nelle sue osservazioni. Precocemente maturo per la perdita del padre, ucciso in un agguato da due malviventi, vive con la madre. Di lui si occupa anche una tata perché la madre è molto assorbita dal lavoro: è infatti avvocato penalista.
In una bella giornata estiva, mentre gioca sul prato contiguo al giardino della sua villa, Tano trova interrato un fucile, che comincia ad intessere un dialogo col fanciullo il quale, allibito, deve accettare il fatto che “alcuni fucili parlano”. Si renderà conto che le parole, anche quelle dei fucili, possono far più male dei proiettili.